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    Scheletrata

    La protesi scheletrata (o “scheletrato”) è un tipo di protesi mobile a cui si ricorre in caso di edentulie parziali, ossia quando mancano alcuni elementi dentali ma i residui elementi non sono idonei o sufficienti per sostenere una protesi fissa completa di tutti i denti dell’arcata.

    Pur avendo le stesse indicazioni di una protesi parziale completamente in resina, è profondamente diversa, e costituisce la scelta migliore e più comoda tra tutte le soluzioni possibili in caso di edentulie parziali.

    La differenza fondamentale è che nello scheletrato la parte in resina è limitata ai denti ed alla gengiva artificiale che li sostiene. Tutto il resto, ossia l’appoggio dentale, i ganci, la struttura di collegamento è fatto di metallo, generalmente una lega di cromo-cobalto-molibdeno ossia un metallo altamente biocompatibile e resistente (raramente viene fatto in oro).

    Ciò comporta degli enormi vantaggi in termini di ingombro volumetrico (a parità di resistenza una struttura metallica è circa 10 volte più sottile di una in resina) e di stabilità. Non solo, ma il palato viene ricoperto solo per una porzione minima (circa il 15% della superficie) preservando intatte le sensibilità gustativa e termica.

    Insomma, si mangia e si parla meglio.

    Mobile

    Anche se il trattamento protesico di elezione in casi di edentulismo è la protesi fissa, vi sono delle situazioni in cui tale soluzione non è possibile:
    1. in caso di edentulie totali (mancanza di tutti i denti di un’amiarcata) possono sussistere motivi che controindichino l’esecuzione di impianti endossei (scarso osso disponibile, precarie condizioni di salute, malattie dismetaboliche come il diabete grave scompensato e gli scompensi cardiaci e polmonari, malattie della sfera neuro-psichica, impossibilità di tipo economico)
    2. in caso di edentulie distali (ossia la mancanza dei denti posteriori indispensabili per poter eseguire un ponte) per gli stessi già visti motivi che controindicano l’esecuzione di impianti endossei.

    In questi casi si deve necessariamente ricorrere all’uso di protesi “ad appoggio mucoso” (per distinguerle da quelle fisse “ad appoggio dentale” e da quelle fisse su impianti “ad appoggio osseo”) le quali, pur presentando degli aspetti negativi (psicologico, sensazione di ingombro, riduzione del gusto e della sensibilità termica durante l’alimentazione, scarsa stabilità, difficoltà di fonazione specie nei primi giorni, ecc.) garantiscono, dopo un periodo variabile di adattamento, un’ottima e normale vita di relazione. Senza contare che spesso surclassano dal punto di vista estetico sia la protesi fissa su denti naturali che quella su impianti.

    Come per la protesi fissa anche per la mobile esiste un periodo variabile in cui si porterà una protesi provvisoria, che verrà applicata appena possibile e generalmente, in caso di estrazioni multiple, subito dopo le estrazioni in modo da diminuire almeno il disagio estetico del paziente.

    Fissa

    La mancanza di uno o più denti può mettere in serio rischio la salute di tutto l’apparato masticatorio: infatti i denti vicini si inclinano nel tentativo di occupare lo spazio vuoto, mentre gli antagonisti (ossia i corrispondenti dell’altra arcata) estrudono, ossia fuoriescono, dal loro alveolo in quanto manca lo stop costituito dalla battuta occlusale. Le conseguenze possono essere così schematizzate:
    1. il dente inclinato presenterà dei danni all’osso di sostegno in quanto lavorerà non più secondo il proprio asse maggiore, ma secondo il grado dell’inclinazione;
    2. come conseguenza della migrazione e dell’estrusione, si aprirà il punto di contatto con l’elemento vicino con danni parodontali, accumulo di cibo interdentale durante l’alimentazione, insorgenza di carie interprossimali;
    3. il dente antagonista, estrudendo, andrà progressivamente ad esporre le radici all’ambiente buccale, con conseguente sensibilità e perfino forti dolori di tipo pulpare;
    4. tutti i cambiamenti di posizione appena descritti creeranno dei punti di contatto anomali (precontatti traumatici) con conseguenti danni alle articolazioni temporo mandibolari ed disfunzioni di tutto l’apparato stomatognatico;
    5. in caso di perdita di elementi anteriori, alle già citate problematiche, si aggiungono anche quelle estetiche.

    Quindi i denti perduti vanno sempre rimessi. Sul come fare dipende da vari fattori che spaziano dallo stato di salute del paziente, dalle sue richieste e aspettative, dalle possibilità economiche e così via.
    Certo una protesi fissa è quella più ambita sia dal paziente che ne apprezzerà i vantaggi in termini di assenza di ingombro, estetica, comodità nell’igiene quotidiana, ed altri vantaggi particolarmente di tipo psicologico (si sentirà “più giovane” e “meno diverso dal prossimo”). Ma anche il dentista vede di buon occhio la riabilitazione fissa, che gli garantisce la sicurezza di un’elevata somiglianza funzionale con la dentatura naturale.

    Le soluzioni più frequenti per la protesi fissa sono le corone ed i ponti. Una corona (spesso chiamata capsula) è un manufatto che ricopre, a guisa di cappuccio, la parte emersa del dente. E’ impiegata per ricostruire i denti danneggiati dalla carie o fratturati, o per correggere difetti estetici.
    Un ponte, invece, sostituisce uno o più denti mancanti. E’ formato da denti naturali ricoperti da corone, detti “pilastri di ponte”, che sorreggono uno o più denti artificiali, le “cassette intermedie”.
    Corone e ponti possono essere costituiti da diversi materiali: oro o altri metalli, porcellana, resina, combinazioni metallo-porcellana e metallo-resina. Generalmente si usano delle combinazioni di metallo, che dona resistenza al manufatto, e porcellana, che lo rende estetico.
    Durente le fasi intermedie della lavorazione e, di solito, già alla prima seduta, il paziente indosserà delle corone o ponti “provvisori” in resina, utili per una serie di motivi:
    1. estetici;
    2. funzionali, in quanto mantengono stabile la giusta occlusione del paziente;
    3. di protezione del dente preparato;
    4. raramente anche motivi diagnostici, quando si sia diagnosticata un’occlusione non fisiologica e si voglia verificare la correttezza delle modifiche con una protesi facilmente modificabile e di basso costo

    Combinata

    In caso di edentulie parziali, ossia quando mancano alcuni elementi dentali ma i residui elementi non sono idonei o sufficienti per sostenere una protesi fissa completa di tutti i denti dell’arcata, e non è possibile l’applicazione di impianti endossei, si ricorre alla “protesi combinata”.
    Questa è in pratica un mix di una protesi fissa e di una protesi mobile (costituita generalmente da uno scheletrato con attacchi), dove la parte fissa, sostenuta ovviamente dai denti residui, contribuisce alla stabilità di quella mobile, senza peraltro sostenerla.
    I vantaggi di una siffatta soluzione sono molteplici. Innanzi tutto la riabilitazione può essere totale per tutti i denti dell’arcata (generalmente sono 12 o 14); poi la parte fissa, essendo costituita da corone ed elementi intermedi uniti reciprocamente, contribuisce al rinforzo del sostegno osseo-parodontale dei denti, creando una sorta di “ingessatura ortopedica”; infine la stabilità della parte mobile è eccellente, tanto da sembrare anch’essa fissa anche se tutto il peso della masticazione è sostenuto dalla gengiva e non dai denti.

    Quindi una soluzione ibrida che però sfrutta i vantaggi dell’una e dell’altra tecnica annullandone quasi completamente gli svantaggi.

    Su impianti

    La mancanza di uno o più denti può mettere in serio rischio la salute di tutto l’apparato masticatorio: infatti i denti vicini si inclinano nel tentativo di occupare lo spazio vuoto, mentre gli antagonisti (ossia i corrispondenti dell’altra arcata) estrudono, ossia fuoriescono, dal loro alveolo in quanto manca lo stop costituito dalla battuta occlusale. Le conseguenze possono essere così schematizzate:
    1. il dente inclinato presenterà dei danni all’osso di sostegno in quanto lavorerà non più secondo il proprio asse maggiore, ma secondo il grado dell’inclinazione;
    2. come conseguenza della migrazione e dell’estrusione, si aprirà il punto di contatto con l’elemento vicino con danni parodontali, accumulo di cibo interdentale durante l’alimentazione, insorgenza di carie interprossimali;
    3. il dente antagonista, estrudendo, andrà progressivamente ad esporre le radici all’ambiente buccale, con conseguente sensibilità e perfino forti dolori di tipo pulpare;
    4. tutti i cambiamenti di posizione appena descritti creeranno dei punti di contatto anomali (precontatti traumatici) con conseguenti danni alle articolazioni temporo mandibolari ed disfunzioni di tutto l’apparato stomatognatico;
    5. in caso di perdita di elementi anteriori, alle già citate problematiche, si aggiungono anche quelle estetiche.

    Quindi i denti perduti vanno sempre rimessi. Sul come fare dipende da vari fattori che spaziano dallo stato di salute del paziente, dalle sue richieste e aspettative, dalle possibilità economiche e così via.
    Certo una protesi fissa è quella più ambita sia dal paziente che ne apprezzerà i vantaggi in termini di assenza di ingombro, estetica, comodità nell’igiene quotidiana, ed altri vantaggi particolarmente di tipo psicologico (si sentirà “più giovane” e “meno diverso dal prossimo”). Ma anche il dentista vede di buon occhio la riabilitazione fissa, che gli garantisce la sicurezza di un’elevata somiglianza funzionale con la dentatura naturale.

    Purtroppo non sempre i denti residui sono idonei a sopportare un ponte; non solo ma, specialmente per perdite dentarie nei distretti anteriori, l’esecuzione del ponte con la necessaria limatura dei denti pilastro, spesso sani, non è vista di buon occhio dal paziente e dallo stesso dentista.
    Ecco allora venire in aiuto la protesi su impianti.
    Si tratta di un manufatto in tutto e per tutto sovrapponibile alla protesi fissa su denti naturali, con l’enorme vantaggio di non danneggiare gli elementi limitrofi e di permetterne l’esecuzione anche in caso di edentulie distali con completa assenza dei denti pilastro.

     

     

     

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